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La seconda sala espositiva del Museo Archeologico Baglio Anselmi è la Sala della Nave Punica,
che conserva i resti del relitto della nave punica insieme ad una ricca collezione di anfore da
trasporto, ceppi di ancorata e resto di oggetto del carico di bordo di un relitto arabo rinvenuti al
largo del Lido signorino. Il relitto della nave punica, che rappresenta un'importante
testimonianza della Prima Guerra punica, combattuta dai Romani contro i Cartaginesi per la
conquista della Sicilia, è stato ritrovato casualmente nel 1969 nel tratto di mare in prossimità di
Punta Scario, vicino lo Stagnone di Marsala dal capitano Diego Bonini e recupato grazie alla
missione archeologica subacquea dell’archeologa Honor Frost. Si tratta di una nave ausiliaria,
naufragata nel III secolo A.C., durante la battaglia delle Egadi. Di questa nave è stato recuperato
la parte poppiera, la fiancata di babordo, madieri, ordinate e buona parte del fasciame.
La nave doveva essere 35 metri di lunghezza e 4,80 metri di larghezza. Era alta 2 metri e mezzo
e aveva una stazza di 120 tonnellate. Poteva ospitare un equipaggio di 68 vogatori, 34 per lato
che azionavano 17 remi di ogni fiancata. Si è capito che si trattava di una nave punica perché sul
fasciame sono incise le lettere dell’alfabeto punico.
Insieme alla nave sono state portate in luce resti di dotazione di bordo, tra cui cordame, chiodi,
ramazza di frasche, rametti di cannabis sativa e numerose pietre di zavorra.
Nella sala della nave punica sono
esposte anche numerose anfore da
trasporto rinvenute nel tratto di mare
di fronte la città di Marsala. Le anfore
erano i contenitori più diffusi
nell’antichità e permettevano di
trasportare olio, vino, cereali , garum e
tanti altri prodotti alimentari da un
luogo ad un altro.
La parola anfora deriva dal greco
amphoros e vuol dire “essere portato
da entrambi le parti”.
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