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considerando che questo primo Chapitre aveva avuto un successo notevole ed era
stato il perno delle « Fêtes du Jumelage ».
Allo scopo di realizzare l’obiettivo di salvaguardare i costumi culturali, folclorici
e gastronomici di Nivelles, le « Grand Conseil » della confraternita crea una «
Commanderie de Taste-Djote » la cui missione consiste nel degustare alla cieca delle
« Târtes al Djote » vendute a Nivelles in vista dell’attribuzione di una etichetta di
qualità. Si crea anche una « Commanderie des Us et Coutumes » che assicura la
ricerca dei documenti scritti sulle tradizioni da Nivelles, su giochi e fiere di quartiere
che possono procurare informazioni per il ripristino di animazioni ancestrali in
occasione di feste e Chapitres, come quella di far rinascere la festa atavica del «
Katamayî ».
Questa tradizione del « Katamayî », deformaZione
di 4 maggio, 4 a maggio, kat à maï, viene dal
fatto che ogni commemorazione della
consacrazione di Santa Gertrude, il 4 maggio 1046,
la Badessa e le sue canoniche andavano a far
visita a l’Hôtel-Dieu per offrire ai bisognosi delle
golosità e delle crostate al formaggio.
Il 3 maggio 1981, la « Confrérîye » riprese la tradizione e da allora si reca ogni anno
negli ospizi della regione per continuare il « Katamayî ».
Il 25 aprile 1981, le Confréries della « Târte al Djote » di Nivelles, dello « Stofé »
di Wavre e del « Faro » di Bruxelles creano insieme il « Conseil Noble du Brabant ».
Oggi, divenuto « Conseil Noble du Brabant wallon et de Bruxelles-Capitale », esso
raggruppa quasi 20 confraternite.
Nel 1990, la confraternita si dota di uno stendardo che sventola fieramente e
poco dopo viene alla luce una simpatica mascotte, chiamata « Gjan Djote ».
Djan Djote dans trois de ses costumes
Oggi, il guardaroba di « Djan Djote » conta più di 50 costumi.
L’interesse di una simile creazione sta nel fatto che la ripresa di un costume costituirà
una manifestazione originale che ruota intorno a Jean de Nivelles e la « Djote ».
Si vede bene che la difesa della « Târte al Djote » è in buone mani e la sua
tradizione ha ancora molta vita davanti a sé.
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