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Questo piatto sembra sia nato dalle mani di un cuoco nel Monastero di
San Francesco di Paola a Palermo, dove i frati paolini arricchivano
ulteriormente la preparazione aggiungendo altri ingredienti come concentrato
di pomodoro, sarde o alici fresche, aglio, cannella e chiodi di garofano.
Caratterizzato prevalentemente dall’immancabile tendenza dolce del
protagonista (unita a quella di uvetta e pinoli), presenta anche speziatura,
aromaticità e persistenza gusto-olfattiva.
La pasta alla Paolina, però, è conosciuta anche come Paolina o Paoluta, è un
piatto della tradizione palermitana che si tramanda da generazioni nelle
famiglie della citta' e ognuna ha la propria versione, rivista e corretta secondo i
gusti. Modifiche apportate a parte, la pasta alla Paolina mantiene i toni
aromatici della cannella e dei chiodi di garofano tipici della tradizione araba che
ha influenzato in maniera pesante tutta la gastronomia siciliana.
Il cavolfiore appartenente alla famiglia delle Brassicacee, sembra derivi da
piante selvatiche originarie del Medio Oriente e del Bacino del Mediterraneo. Il
cavolo (in tutte le sue tipologie) era considerato una vera panacea, utile a
curare ogni sorta di male: già Ippocrate, padre della medicina, sembra che lo
prescrivesse per coliche e dissenteria.
Il piatto che vi propongo, che ha proprio come protagonista il “broccolo”, pur
essendo un tipico piatto della cucina popolare palermitana, è conosciuto in
tutta la Sicilia occidentale, anche con alcune interessanti varianti. La ricetta
originale palermitana prevederebbe l’uso dei bucatini.
Quindi questo piatto ha origini antiche con influenza araba, ricco di proprietà
benefiche per il nostro organismo.
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