Page 87 - Book-Patrimonia-Belgio
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« Il Piccione » :

                                                      Originariamente « La Casa dei Pittori », questa bella
                                                      casa fu completamente distrutta dal
                                                      bombardamento del 1695. La Gilde dei pittori, in
                                                      decadenza e senza risorse, vendette il terreno
                                                      all’architetto e scalpellino «Pierre Simon» che è
                                                      probabilmente l’autore della nuova costruzione nello
                                                      stile del secondo Rinascimento. È infatti meno
                                                      decorata di molti altri e colpisce per la sua bellezza
                                                      piena di sobrietà.


                                                      Un’iscrizione ricorda che «Victor Hugo», grande
                                                      ammiratore di Bruxelles, visse in proscritto in questa
                                                      abitazione, in un bilocale che occupò fino alla
                                                      pubblicazione, nell’agosto 1852, di «Napoleone il
                                                      Piccolo».




              « La Sfera d’Oro » :
              Oppure «La Casa dei Taizzatori»

              Due case separate una volta si
              arrampicavano su questo luogo:
               « la Talpa » et « la Sfera d’Oro »
              entrambe appartenenti alla
              corporazione dei sarti dal 1500. Queste
              due case furono ricostruite dopo il
              bombardamento del 1695 ma nascoste
              da una sola facciata.

              In alto, in un abito piuttosto singolare,
              la statua del vescovo «San Bonifacio»,
              nato a Bruxelles, sembra benedire i
              passanti, mentre il busto di «Santa
              Barba», patrona dei sarti, adorna la
              parte superiore della porta d’ingresso.

              Sul fronte si può leggere:
              « QUAS FUROR HOSTILIS SUBVERTERAT
              IGNIBUS AEDES SARTOR RESTAURAT
              PRAESIDIBUSQUE DICAT »
              (La casa che il furore del nemico ha distrutto
              con il fuoco, i sarti la sollevano e ne fanno
              omaggio ai magistrati)





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